Vitorio Sgarbi
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Gli idilli silenziosi di Peter Demetz

Per chi avesse pensato che la ricerca artistica è arrivata a consumare tutte le possibilità espressive, l’opera di Peter Demetz sembra concepita per contraddirlo. Classica, misurata e insieme moderna, l’opera di Demetz non mostra soggezione rispetto alla ricerca precedente e neppure desiderio di stupire. Con assoluta semplicità governa le sue immagini evidenziando il contrasto tra i volumi delle figure e la superficie piana di un muro che definisce e limita lo spazio. Stanze, teatri pronti ad accogliere la luce che disegna sulle forme il movimento dell’acqua, un pavimento di una stanza, una strada. Solitari un uomo o una donna o, se in coppia, silenziosi, si muovono senza una ragione precisa che vada oltre la pura esistenza. Sono persone colte nella loro intimità, e sempre sorprese, mai in posa, prevalentemente di spalle davanti a un muro o a uno specchio. Demetz si compiace di rappresentare il silenzio con pareti lisce che suggeriscono ordine, misura escludendo ogni drammaticità, ogni azione prevalente sulla contemplazione. Perciò i suoi teatrini sono idilli. Una umanità concentrata nei suoi riti, senza turbamento. Certo i suoi interni sono piuttosto di Bolzano che di Napoli, e la sua umanità non evoca passioni romantiche, ma la concentrazione dei suoi personaggi suggerisce un’alienazione, un’inquietudine che ha alcunché di letterario, come un’equivalente pagina di Thomas Bernhard o Fleur Jaeggy. In ogni caso noi siamo chiamati ad affacciarci sul suo mondo, con divieto di accesso, per l’alienazione che rende i suoi teatrini monadi impenetrabili. Demetz è classico, misurato, antidivo.  Di fronte alle su opere potremmo immaginare di sentir salire improvvisamente la musica di Charles Ives, “domande senza risposta”. L’umanità esiste, si muove, ma è difficile capire il senso di questa condizione. Ad ogni dubbio, comunque, Demetz risponde con una tecnica impeccabile, come per rendere stabile l’effimero. Vana impresa! Ma, nel molto muoversi, tutto può accadere.

Vittorio Sgarbi
Spoleto 2010